Anca - Coxartrosi
La cartilagine articolare ridotta di spessore crea un attrito maggiore, il quale a sua volta è responsabile dell'infiammazione.
Il versamento articolare (gonfiore) tende la capsula articolare e crea il dolore.
Oltre all'esame clinico servono per la diagnosi delle radiografie dell'anca.
Solo in casi rari bisogna ricorrere ad una risonanza magnetica.
Quando la terapia conservativa non ha effetto, si valuta la solutione chirugica con l'impianto di una protesi articolare.
L'intervento chirurgico può essere eseguito in anestesia parziale oppure totale. La decisione finale verrà presa dall'anestesista in accordo con il paziente dopo la sua visita.
La durata dell'intervento varia tra un’ora e un’ora e mezza.
Esistono principalmente due tecniche per l'approccio chirurgico all'anca: uno «tradizionale» e uno mini-invasivo (MIS = Minimal Invasive Surgery).
Il vantaggio della chirurgia mini-invasiva consiste in un recupero post-operatorio più rapido, grazie al fatto che i tendini ed i muscoli sono protetti durante la procedura chirurgica.
A lungo termine i risultati sono uguali tranne che per la lunghezza della cicatrice (circa metà).
Quando possibile si predilige l’approccio mini-invasivo.
Una protesi articolare è composta da uno stelo femorale di solito in titanio, una coppa acetabolare anch'essa in titanio. La testa femorale e l'inserto sono disponibli in polietilene oppure ceramica.
A seconda della qualità ossea le componenti possono essere cementate o non.
La degenza in clinica varia normalmente tra 5 e 7 giorni.
Con la chirurgia MIS le stampelle vanno portate in media per tre settimane in carico totale, con il metodo tradizionale sei settimane in carico parziale.
Nella fase post-operatoria la fisioterapia si occuperà della scuola di marcia e del rinforzo muscolare.
La qualità dei materiali utilizzati per le protesi, al giorno d’oggi, può permetterne una durata di vita media di 20 anni. Quando le componenti si consumano o l’osteointegrazione si riduce, può essere necessario procedere ad una sostituzione della protesi. L’intervento di revisione, sebbene più importante rispetto alla protesi primaria, consente comunque nella maggior parte dei casi, dopo un periodo di riabilitazione, di ritornare alle normali attività quotidiane.